Supply Chain End to End


4 strategie per una supply chain resiliente

4 strategie per una supply chain resiliente

L’emergenza sanitaria ha messo a dura prova il settore della logistica, scatenando una serie di cambiamenti tali da accelerare la trasformazione del comparto. In un contesto di flussi di volumi quanto mai imprevedibili e squilibri a livello internazionale, diventano indispensabili visibilità sulla supply chain, flessibilità e velocità di risposta, pur mantenendo i livelli di redditività. Grazie all’automazione e agli strumenti offerti dalla digitalizzazione, questo settore ha davanti a sé una grande opportunità da cogliere: una fase di crescita e successo straordinaria. Ecco alcuni spunti per orientarsi.

  1. Colmare la mancanza di visibilità

Sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria, è stato evidente quanto la mancanza di visibilità sull’intera supply chain che ancora contraddistingueva la realtà italiana ponesse delle difficoltà importanti.. Molte attività hanno subito rallentamenti, altre si sono fermate, con impatti diretti o indiretti su tutti gli attori coinvolti: dai produttori ai distributori, fino ad arrivare ai clienti finali.

Oggi è difficile prevedere quali clienti o fornitori saranno in grado di rimanere operativi sul mercato e, di conseguenza, la prima sfida per i player della gestione logistica sta nell’acquisire maggiore visibilità sulle loro attività, e non soltanto nel breve periodo. Per farlo devono rafforzare la comunicazione, la trasparenza e il lavoro collaborativo con i diversi attori della supply chain.

Uno strumento efficace per ottenere questi risultati è il documento elettronico di trasporto (DDT). Oltre all’automazione e all’ottimizzazione dei processi, la digitalizzazione dei documenti di trasporto consente a caricatori e vettori di assicurare le consegne, garantirne la tracciabilità e integrare le informazioni dei diversi attori lungo tutta la supply chain, in modo tale da poter avere la completa visibilità, un requisito cruciale a tutela della redditività e della qualità del servizio.

  1. Incrementare l’agilità e la flessibilità

La crisi pandemica ha posto in risalto uno dei principali ostacoli che deve superare la supply chain: la mancanza di flessibilità e di adattabilità.

Le aziende che non sono state capaci di adeguare celermente le loro attività alla realtà dei fatti, hanno subito conseguenze gravose di varia natura: rotture o aumenti di stock, scarsità di materie prime, quantità di manodopera non congrua al volume delle attività, impossibilità di rispettare gli ordini, allungamento dei tempi di consegna, ecc., con ripercussioni sulla propria solidità finanziaria.

Di fronte a tali inconvenienti, le aziende devono assolutamente migliorare l’agilità della loro supply chain. Una sfida che, a dispetto della portata, può essere affrontata per gradi.

  • Adattare l’attività aziendale: diminuzione del numero di fornitori (se non addirittura gestione in single sourcing), riduzione della manodopera, limitazione dei viaggi a vuoto, approvvigionamento locale, creazione di nuovi servizi (click-and-collect, consegna espressa ecc.).
  • Far evolvere le pratiche logistiche: con la gestione del lavoro just-in-time nell’ottica di limitare la necessità di capitale circolante, il cross-docking per ridurre gli stock, il cycle counting per facilitare il monitoraggio delle scorte. In presenza di e-commerce, protagonista indiscusso nelle vendite di questo periodo, un dark store semplifica la gestione delle scorteed evita brutte sorprese come le rotture di stock, un problema spesso esacerbato dall’aumento del numero dei consumatori   digitali. Il dark store non è altro che uno spazio dedicato esclusivamente alla gestione degli ordini effettuati online tramite cui si riesce ad ottimizzare la gestione degli stock. Per l’avviamento di un dark store, è imprescindibile avvalersi di un software gestione logistica e-commerce (WMS) robusto, scalabile e versatile.
  • Utilizzare sistemi collaborativi, come la gestione condivisa degli approvvigionamenti supportata da una soluzione SaaS per il VMI (Vendor Managed Inventory). Infatti, seppur la pratica sia ancora molto poco diffusa in Italia, a differenza ad esempio d’oltralpe, affidarsi ad un fornitore di logistica condiviso e gestire  gli approvvigionamenti in pooling è un modo efficace per massimizzare i carichi e mantenere livelli di stock ottimali.  Con un software VMI (Vendor Managed Inventory)  è possibile  utilizzare tutti gli stock presenti all’interno di una rete distributiva, indipendentemente dalla loro ubicazione fisica, ed in tal modo quindi evitare le ridondanze di stock, massimizzando i ricavi.
  • Velocizzare il processo decisionale grazie all’utilizzo di soluzioni informatiche che consentono la raccolta dati e l’analisi  in tempo reale, ad esempio sui livelli di stock, gli eventi imprevisti, etc.

  1.  Colmare il divario digitale

L’emergenza sanitaria ha accelerato in maniera considerevole il commercio online, anche per i clienti B2B, che già da qualche anno avevano iniziato ad adottare un comportamento di acquisto digitale. Inoltre, diverse piattaforme online di distribuzione B2B, come Amazon Business e Alibaba, stanno crescendo in maniera esponenziale, causando uno squilibrio nel rapporto di forza con i distributori “tradizionali”.

Di fronte ai nuovi comportamenti di acquisto, gli attori della supply chain non hanno altra possibilità che digitalizzarsi velocemente. Per raggiungere questo obiettivo, occorre dare priorità a diversi ambiti:

  • Sviluppare le opportunità digitali: oltre alla creazione di supporti digitali che permettono di soddisfare le aspettative dei clienti B2B e B2C (piattaforma di e-commerce, app mobili ecc.), è necessario offrire anche nuovi servizi come click-and-collect, tracking delle consegne, ecc.
  • Garantire una gestione “live”: tali servizi sono possibili solo se l’azienda è in grado di gestire i propri livelli di stock e le attività in tempo reale. L’automazione dei magazzini migliora la densità di stoccaggio, ottimizzando l’uso dello spazio e riducendo gli errori di esecuzione. In ogni caso, l’uso dei dispositivi automatici richiede una pianificazione dettagliata ed esaustiva, affinché questi strumenti siano compatibili e possano interagire con i sistemi di gestione magazzino dell’azienda. Ciò richiede, in particolare, la centralizzazione di tutte le informazioni (ingresso e uscita merci, ordini, consegne ecc.) all’interno di un software dedicato che si interfacci direttamente con i programmi aziendali, come il software gestione magazzino WMS (Warehouse Management System) o il software TMS (Transportation Management System) per la gestione trasporti.
  • Rafforzare l’assistenza ai clienti: l’adozione di pratiche digitali impone anche di ripensare la relazione con la clientela e trasformare i servizi che si interfacciano direttamente con i clienti (commerciale, post vendita ecc.) per adattare il loro funzionamento alla nuova situazione che richiede più informazioni e supporto.

 

  1.  Puntare sul reshoring in Europa

L’emergenza sanitaria ha mostrato i limiti dell’ultra-globalizzazione. In effetti, i vincoli attuali hanno aumentato in maniera considerevole la complessità dei flussi internazionali, con rischi logistici più seri che mai: carenza di prodotti, impossibilità di rinegoziare i contratti, dipendenza dai fornitori, chiusura delle frontiere, ecc. È aumentato, poi, anche il costo del trasporto per i flussi canalizzati sull’e-commerce, poiché le spedizioni avvengono generalmente in termini di singolo articolo.

Per superare tali ostacoli, la rilocalizzazione della supply chain in Italia (reshoring), o quanto meno in Europa, si afferma come una necessità. Un obiettivo senza dubbio ambizioso, per raggiungere il quale è possibile attivare diverse leve:

  • individuare le voci che possono essere rilocalizzate in Italia o in Europa (fornitori, servizio post vendita ecc.);
  • fare affidamento su sinergie settoriali per limitare l’impatto finanziario del reshoring;
  • richiedere il sostegno dello Stato per essere assistiti nel processo di reshoring della supply chain.

Il futuro del mondo della logistica è all’insegna di una profonda trasformazione digitale. Anche la tecnologia blockchain e la sua applicazione all’IoT (Internet of Things) insieme alla diffusione del 5G, trasformerà il mondo della logistica con effetti difficili da prevedere nel complesso, ma che si riveleranno senz’altro decisivi sulla qualità dei servizi offerti al consumatore finale.

La crisi e l’incertezza legate alla pandemia hanno imposto nuove sfide a cui il settore della logistica ha dimostrato di poter far fronte, confermando di essere attivo, dinamico e appassionante come pochi altri.

 

Scarica il report gratuito
Condividi questo articolo
Gli articoli più letti
Come le Operations possono rispondere agli aumenti dei prezzi
Marketing - Sales & Service
24 Marzo 2022
5 modi per adattare i prezzi all'inflazione

Le aziende hanno bisogno di metodologie per affrontare l’aumento dei prezzi. I CEO possono cercarli all’interno delle Operations.

Supply Chain end-to-end
Supply Chain End to End
7 Febbraio 2022
Ridisegnare la resilienza della supply chain durante il Covid 19

La supply chain end-to-end offre vantaggi come la riduzione dei costi di manodopera, ma anche compromessi nella gestione operativa.

Webinar: le prossime sfide nell’area della Logistica e della Supply Chain
Supply Chain End to End
16 Ottobre 2021
Ridisegnare la resilienza della supply chain durante il Covid 19

Quali sono le attuali sfide della catena di approvvigionamento e come una visione end-to-end può aiutare ad aumentare la resilienza della supply chain.

Vedi anche le altre categorie:

Iscriviti per ricevere
tutti gli aggiornamenti di KMSenpai.
FIND

Privacy Policy*

Autorizzo al trattamento dei miei dati ai sensi della legge sulla privacy (D.Lgs. 196/2003).
* Campi obbligatori