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Passaggio generazionale nelle PMI, il contesto italiano.

Come passare il "testimone"
Patto tra generazioni

Passaggio generazionale, le 4 tipologie.

Un passaggio generazionale dura mediamente 3 anni e mezzo. Coinvolge 3,5 membri familiari e di 1,5 consulenti. Questo è quanto emerge dallo studio condotto dall’Università Cattolica di Milano (CERIF – Centro Ricerca Imprese di Famiglia anno 2016-2017). Il campione di ricerca ha visto coinvolte alcune decine di PMI con fatturato compreso tra i 15 e i 150 milioni di euro che hanno affrontato e gestito il passaggio generazionale. Il 71% circa dei passaggi generazionali sono stati completati, il 12% ha avuto esito negativo mentre il 17% circa sono ancora in atto. 

Il passaggio generazionale è riconducibile a quattro tipologie ben distinte:

  1. dinamico – stimolato da elementi di discontinuità interni (ed esterni) messi in atto dal successore, ma pianificati nel processo di transizione realizzato per tempo e con efficacia;
  2. improvviso – dovuto alla scomparsa improvvisa del fondatore/padrone;
  3. ritiro – quando il fondatore/padrone passa il testimone al successore ritirandosi totalmente dall’attività;
  4. lascia e riprendi – un  continuo tira molla tra fondatore/padrone e potenziale erede accompagnato da parziali responsabilità, deleghe incomplete e ridotte autonomie con tempi indefiniti e molto lunghi.

Dalla statistica CERIF emerge che il passaggio è ottimale quando avviene nella tipologia “dinamico”. I casi di insuccesso si sono verificati nelle aziende che hanno avuto un passaggio di tipo “improvviso” o “lascia e riprendi”. A seconda di come il passaggio generazionale viene affrontato avremo, quindi, più o meno possibilità di successo nel cambio di leadership.

La continuità dopo la successione, ecco la vera criticità.

I dati di Infocamere del 2012 sono impietosi. Delle aziende famigliari che hanno tentato il passaggio generazionale soltanto il 31% sono riuscite a passare alla seconda generazione, il 15% alla terza, ma troppo spesso con gravi ripercussioni. 

La continuità della successione è quindi uno dei problemi più delicati e cruciali dell’azienda familiare. Questo anche perché spesso il fondatore rinvia la soluzione del problema, data la sua oggettiva difficoltà, oppure prova a fare tutto da solo. Garantire la competitività dell’impresa nella continuità della successione impone di pianificare per tempo e in modo strategico il passaggio di consegne. L’imprenditore e il successore devono valutare con attenzione i principali rischi e le potenziali opportunità. 
Il momento della successione può rappresentare un momento di crisi e di rischio, ma è soprattutto una opportunità. È un momento nel quale valutare:

  • l’adeguatezza della strategia aziendale;
  • il business model;
  • i fabbisogni e le prospettive di evoluzione dell’impresa;
  • una maggiore professionalizzazione della “famiglia”, o del piccolo gruppo che ha tradizionalmente gestito l’azienda, o una trasformazione manageriale dell’impresa;
  • l’introduzione di nuove competenze di cui i nuovi membri possono essere portatori.

Passaggio generazionale, governare il processo.

Quindi il cambio generazionale deve essere letto come evoluzione positiva dell’impresa e della sua cultura, è il rapporto tra tradizione e innovazione. La successione rappresenta un momento fondamentale per mettere a fuoco e affrontare in maniera critica i cambiamenti. Dover affrontare problematiche relative al coordinamento, all’integrazione, alla stabilità e alla motivazione di lavoratori, nonché a ripensare tutta l’impostazione progettuale del lavoro implica un notevole sforzo.

Se il processo non è ben governato, l’imprenditore potrebbe a torto, o a ragione, ritenere insostituibile la sua leadership. Emergerebbero quindi difficoltà connesse alla sensazione di perdita di controllo della situazione da parte dell’imprenditore che mostrerà:

  • resistenza a riconoscere le competenze dei collaboratori;
  • difficoltà a delegare;
  • incapacità nell’identificare le modalità adeguate di un “passaggio delle consegne”.

Tener testa a tutte le criticità richiede che la successione venga preparata congiuntamente dai senior e dagli junior.

Il temporary manager nel passaggio generazionale

Il temporary manager specializzato nel passaggio generazionale è il professionista al quale chiedere supporto nell’impostare la strategia e la tattica più adatte al nucleo famigliare ed al risultato desiderato, oggettivamente realizzabile.

Il temporary manager affronta i temi più tecnici : come accompagnare l’imprenditore e la sua famiglia senza che l’impresa subisca indesiderati contraccolpi; gestisce con metodo le varie fasi del passaggio, utilizza il business plan per la programmazione operativa degli investimenti necessari e le risorse a disposizione, gestisce gli aspetti psicologici riguardanti la gestione dei conflitti nel corso del passaggio.

 

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Il caso di studio

 

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