L’Industria 4.0 riduce gli effetti delle economie di scala. La ridotta taglia di un’impresa (PMI) da elemento di svantaggio diviene fonte di vantaggio: non rileva più la dimensione della singola organizzazione, quanto la sua capacità di posizionarsi nel punto a essa più adatto per consegnare valore.
La trasformazione digitale manifatturiera sta cambiando il modo di fare industria attraverso l’introduzione di soluzioni avanzate che consentono alle aziende di reinterpretare il loro ruolo lungo la filiera di valore: dalla progettazione del prodotto ai processi di produzione come spazi cibernetici, dalla logistica e dai sistemi di deposito al contatto fisico e digitale con il cliente.
La smart factory ha un ruolo importante nella rivoluzione 4.0, l’efficientamento dei processi, la riduzione dei costi, il miglioramento della produttività, abilitando la capacità di realizzare prodotti personalizzati. Ma permette anche il ripensamento dei prodotti, l’introduzione di nuovi servizi pre e post vendita e il miglioramento della capacità di reagire rapidamente alle esigenze della domanda di mercato.
Un po’ trascurata la smart supply chain , che è poi quella che abilita nuovi modelli di business, e facilita il passaggio da un modello di business basato sulla vendita di prodotti a uno che contempli la servitizzazione.
L’utilizzo delle tecnologie dell’Industria 4.0 ha un impatto sui prodotti, rappresentano l’offerta visibile con cui l’impresa si presenta sul mercato per soddisfare i bisogni espliciti (risposta), latenti o inesistenti (proposta) dei clienti. L’interazione della tecnologia con i modelli di business permette di suddividerli in base alle seguenti dimensioni :
La “differenziazione” può essere messa in scena nei momenti del: co-design, acquisto, consegna, utilizzo, integrazione, manutenzione ed eliminazione del prodotto; e generare anche esperienze di tipo trasformativo dove cioè la ‘materia’ da trasformare è il cliente.
Le diverse dimensioni del prodotto e servizio sono il risultato dell’innovazione tecnologica di prodotto e processo, che è un driver per un radicale riposizionamento competitivo delle PMI, se affiancata dall’innovazione del modello di business per cambiare le regole del gioco, funzionali a intercettare la crescente domanda di Made in Italy.
Le singole imprese devono concentrarsi soprattutto sull’innovazione strategica del modello di business. La sfida strategica da cogliere non è tanto fare meglio, ossia più efficacemente ed efficientemente le stesse cose, ma fare cose diverse o farle in modo diverso.
Il successo di un’azienda non dipende solo dal contenuto tecnologico avanzato dei suoi prodotti e servizi, ma anche e soprattutto dalla sua capacità di risolvere i bisogni del cliente, attraverso l’ascolto e il confronto. Ecco quindi che si fa sempre più spazio, nei processi di Digital Transformation, il Business Design per realizzare approcci competitivi Customer Centric.
Sono approcci all’innovazione manageriale che mettono al centro i bisogni e l’esperienza di utilizzo dell’utente, per elaborare in modo partecipato soluzioni innovative, concrete, fattibili. E’ un processo interattivo di innovazione aperta dove figure con competenze diverse, interne ed esterne all’azienda, clienti e consumatori co-creano soluzioni che non potrebbero nascere da un contesto puramente tecnico. Si tratta di metodi che stanno prendendo piede in diversi contesti applicativi: dalla consulenza direzionale alla trasformazione digitale, dalla progettazione di esperienze digitali (UX/UI) allo sviluppo di nuove esperienze di consumo.
L’Industria 4.0 è un paradigma ancora in fase di maturazione, un progetto di trasformazione che avrà impatti anche sulla riconfigurazione dei modelli di business. L’implementazione delle moderne tecnologie consente di ampliare la gamma dei servizi, gestire diversamente la produzione e la manutenzione degli impianti, ripensare il modello di business, ma da sola non basta. È necessario ripensare i modelli organizzativi tradizionali piramidali, abbattere le barriere tra le funzioni, agevolare la formazione dando alle persone maggiore potere decisionale che stimoli lo spirito imprenditoriale all’interno dell’impresa. Tutto questo richiede le competenze e la visione strategica dell’imprenditore o del manager per dare le risposte che servono per avviare questo percorso.